Anche Confindustria si appella alla Ue perchè intervenga sul caso Telecom Argentina, minacciata di nazionalizzazione. Dopo l'Etno, l'associazione degli operatori di tlc europei, anche il presidente degli industriali italiani, Emma Marcegaglia, ha scritto al presidente della Commissione, Josè Barroso, chiedendo di avviare iniziative nei confronti del Governo di Buenos Aires per tutelare gli interessi delle imprese europee nel Paese sudamericano.
Di fatto sono due i gruppi europei coinvolti nella vicenda. Da una parte Telecom Italia, che rischia direttamente un danno patrimoniale sia nel caso di vendita forzata sia, a maggior ragione, nel caso estremo, di nazionalizzazione della sua partecipata. Dall'altra Telefonica, "accusata" dalle Autorità argentine di controllare Telecom Italia e dunque il suo più diretto concorrente nel Paese.
L'iniziativa della Confindustria è ovviamente a sostegno delle ragioni di Telecom Italia, che si ritiene vittima di un processo di sopraffazione, senza aver partecipato alle azioni che sono state giudicate rilevanti ai fini della tutela della concorrenza in Argentina. Lo "spunto" per l'Antitrust locale è stato infatti il passaggio del pacchetto di riferimento di Telecom Italia da Olimpia a Telco, che ha tra i suoi soci anche Telefonica.
Secondo quanto riportano le agenzie di stampa, la Marcegaglia chiede dunque alla Commissione di «intraprendere tutte le azioni possibili verso il Governo argentino, per chiarire che un quadro politico e regolatorio stabile e certo è condizione fondamentale per tutti gli investimenti europei esistenti e futuri in questo paese».
La Commissione, che ieri ha dato disco verde all'acquisizione di Hansenet da parte di Telefonica, sarebbe intenzionata ad affrontare la questione in tempi brevi. Sulla carta, sono tre i principali canali di intervento. Il primo, tramite l'Alto rappresentante per la politica estera, carica attribuita a Catherine Ashton con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Il secondo è l'accordo-quadro che regola le relazioni bilaterali tra la Ue e l'Argentina. Il terzo infine è da ricercare nell'ambito delle relazioni tra la Ue e il Mercosur.
In sostanza, la situazione che si è venuta a creare in Argentina rischia di compromettere anche le valutazioni sulla possibile cessione della quota che Telecom Italia ha avviato la primavera scorsa affidando mandato "esplorativo" al Credit Suisse. Mandato che ha prodotto un doppio giro di manifestazioni d'interesse che avrebbe portato a offerte preliminari per un massimo di circa 600 milioni di dollari. Da ultimo è spuntata l'ipotesi che possa farsi avanti anche Nelson Tanure, l'imprenditore brasiliano che recentemente, cedendo l'operatore long distance Intelig a Tim Brasil, è diventato azionista di minoranza di Tim Brasil. Si vedrà.
Su fronte italiano, invece, la prospettiva di una fusione con Telefonica continua a sostenere Telecom Italia in Borsa: anche ieri il titolo ha guadagnato quasi il 3% salendo a 1,084 euro, sebbene le ipotesi aggregative al momento siano solo allo stato di valutazioni a livello di azionariato. Un tema comunque che ha attirato l'attenzione della politica. Ancora ieri il vice-ministro per le comunicazioni, Paolo Romani, è tornato sull'argomento, osservando che un'eventuale fusione tra i due gruppi comporterebbe «il rischio che venga impoverita la struttura italiana». «Se una società multinazionale o non italiana acquisisce un'azienda italiana, può decidere prima o dopo di delocalizzare – ha spiegato – Ora, la rete Telecom non può essere delocalizzata, ma una governance a maggioranza non italiana può decidere di investire di più in altri Paesi, per esempio il Brasile, l'Argentina o la Spagna». Il Governo «non può far finta che il problema non esista, però può fare solo un'opera di moral suasion e ci rivolgiamo agli azionisti italiani che sono Mediobanca e Banca Intesa, non due istituzioni estranee al paese». Quanto alle ipotesi di un possibile intervento di Mediaset, Romani ha tagliato corto: «Non entro nei rapporti tra le aziende, ma per quanto mi consta il problema Telecom è solo di Telecom».

 

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